Un progetto enorme dal costo di 11 miliardi di euro
Nell’emirato di Dubai, noto per i suoi spettacolari progetti architettonici, “The World” si distingue per le sue dimensioni eccezionali. Questo arcipelago artificiale, composto da 260 isole disposte in modo da rappresentare la mappa del mondo, ha richiesto un investimento colossale di 11 miliardi di euro. Il progetto, lanciato con grande entusiasmo, mirava a creare un paradiso lussuoso per gli ultra-ricchi, con sontuose dimore, hotel prestigiosi e strutture ricreative esclusive.
Un sogno che si sgretola
Le recenti immagini diffuse alla fine del 2023 dal canale YouTube Top Luxury dipingono un quadro allarmante: l’arcipelago è praticamente deserto. Nonostante alcuni stabilimenti sparsi – soprattutto beach club e ristoranti – la maggior parte delle isole rimane disabitata.
Le sfide logistiche sono notevoli: la mancanza di acqua potabile e la dipendenza dai generatori forniti quotidianamente via mare dalla terraferma rendono particolarmente costoso il funzionamento delle strutture esistenti.
Sfide tecniche e ambientali
L’erosione è una delle principali minacce per il futuro a lungo termine del progetto. La sabbia utilizzata per creare le isole si sta gradualmente degradando sotto l’azione degli elementi naturali, minacciando l’esistenza stessa dell’arcipelago.
Questa situazione preoccupante ha portato la rivista Elite Traveller a descrivere “The World” come una “città fantasma di sabbia”, mentre Top Luxury l’ha definito “il megaprogetto più inutile del mondo”.
Infrastrutture isolate e poco sfruttate
La distanza di 4 chilometri che separa l’arcipelago dal porto più vicino complica notevolmente la logistica quotidiana. La mancanza di infrastrutture di base, come un sistema di approvvigionamento di acqua potabile, illustra le carenze nella pianificazione del progetto.
Questi vincoli pratici hanno scoraggiato molti potenziali investitori, contribuendo all’attuale stato di abbandono.
Le lezioni di un fallimento monumentale
Il World non è un caso isolato nella storia dei megaprogetti abbandonati.
L’esempio dell’aeroporto di Mirabel in Canada, che nonostante un investimento di 500 milioni di dollari è ora utilizzato solo per il trasporto aereo, illustra i rischi insiti in progetti sovradimensionati che trascurano gli aspetti pratici e la redditività a lungo termine.
Conclusione
“The World” rimane un’impressionante testimonianza degli eccessi dell’ambizione umana e dei limiti dello sviluppo immobiliare spettacolare.
Questo progetto simboleggia la necessità di bilanciare ambizioni grandiose con una pianificazione realistica e sostenibile, una lezione che il mondo dell’edilizia e dello sviluppo immobiliare non dovrebbe dimenticare.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.