La storia si ripete
Dopo il caso degli orecchini Cartier venduti a 13 euro invece di 13.000 euro lo scorso dicembre in Messico, è stato appena rivelato un nuovo caso. Questa volta è stato un cliente spagnolo ad approfittare di un errore di prezzo sul sito web del marchio di lusso. Un orologio Tank Must, normalmente venduto a 1.950 euro, è finito a 195 euro a causa di un problema tecnico.
Un insetto diverso, ma altrettanto redditizio
“Avevo letto del cliente messicano”, spiega Antonio R., consulente informatico di 34 anni.
“Quando la settimana scorsa ho visto questo prezzo insolitamente basso sul sito di Cartier, ho capito subito che si trattava di un errore simile, ma questa volta con uno zero in meno invece di tre”. L’ordine è stato convalidato e il pagamento accettato.
La reazione di Cartier
Sconfortata dall’esperienza messicana, la casa di lusso ha adottato un approccio diverso questa volta.
Dopo un primo tentativo di cancellazione, l’azienda ha infine deciso di onorare l’ordine, probabilmente per evitare ulteriori polemiche mediatiche e per rispettare la normativa europea sulla tutela dei consumatori.
Diritti dei consumatori in Europa
L’Organización de Consumidores y Usuarios (OCU) spagnola conferma che in questo tipo di situazione, se il pagamento viene convalidato e l’ordine confermato, il venditore è generalmente obbligato a onorare il prezzo esposto, anche in caso di errore evidente.
Ciò rafforza la posizione del cliente in questo tipo di controversie.
Maggiore vigilanza
A seguito di questi incidenti, Cartier ha annunciato l’introduzione di un nuovo sistema di verifica dei prezzi sulla sua piattaforma di e-commerce.
Il marchio ha inoltre specificato che ora verranno effettuati ulteriori controlli prima della convalida finale degli ordini con differenze di prezzo insolite.
Conclusione
Sebbene quest’ultimo caso sia meno spettacolare di quello degli orecchini messicani, dimostra che anche le più grandi case di lusso non sono immuni da errori tecnici.
Inoltre, sottolinea l’importanza per le aziende di e-commerce di proteggere i propri sistemi di determinazione dei prezzi, rispettando al contempo gli obblighi legali nei confronti dei consumatori.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.