La Francia ha subito una degradazione del debito sovrano da A3 ad A2 con prospettive stabili da parte dell’agenzia di valutazione Moody’s, a seguito di una crisi politica e della caduta del precedente governo. Questo nuovo giudizio, come riportato nell’analisi, deriva principalmente dalla mancata intesa sulle politiche di riduzione del deficit e sugli approcci alla legge di bilancio del 2025, che è stata una questione chiave spinta in particolare da Le Pen, culminata poi nella votazione di sfiducia e nell’insediamento del nuovo primo ministro François Bayrou. Le proiezioni indicano che questa instabilità politica porterà a un mancato rafforzamento fiscale, facendo salire il debito francese al 6% del PIL entro l’anno prossimo.
Precedentemente, anche altre agenzie di rating avevano espresso valutazioni negative riguardo alle finanze pubbliche francesi, prevedendo una continuazione del deterioramento a causa della frammentazione politica, che ostacolerà ulteriori tentativi di ridurre il deficit fiscale. Moody’s ha specificato che questo “indebolirà la sostenibilità del debito incrementando i costi di finanziamento”.
Francia, declassamento del debito sovrano da parte di Moody’s: le ragioni
Il debito pubblico francese è stato ulteriormente declassato da Moody’s, seguendo un precedente giudizio negativo da parte dell’agenzia europea Scope, che aveva criticato le politiche relative al deficit sottolineando come l’incertezza politica avrebbe impedito un efficace consolidamento fiscale. Dopo la pubblicazione dell’ultimo report, che evidenzia il passaggio da categoria A3 a A2 posizionandosi al confine della qualità definita “Medio bassa“, il nuovo governo ha tentato di indagare alcune delle cause principali dell’attuale situazione.
La prima dichiarazione di Bayrou è stata di dichiararsi “consapevole delle difficoltà di bilancio e delle sfide finanziarie imminenti“, subito dopo il primo declassamento operato da Fitch, che aveva anticipato il mancato raggiungimento dell’obiettivo del 5% del PIL previsto per il 2025. Attualmente, secondo le stime di Moody’s, il deficit potrebbe toccare i 180 miliardi, e le prospettive appaiono poco incoraggianti, specialmente considerando le possibili misure di bilancio che includerebbero tagli alle spese e l’introduzione di nuove tasse, oltre alla possibile eliminazione di alcuni incentivi fiscali per i lavoratori.